Sicilia i vini da uva grillo in purezza- origini, territori, diversità

Sicilia Vini Grillo

Ci sono luoghi che creano risonanza nelle persone, nel senso che anche oltre il tempo dell’esperienza vissuta, ti scorrono dentro, ti inducono a ricordare e ragionare su quanto ti è stato trasmesso. Accade così per la Sicilia, e il marsalese nel particolare, dove l’insieme di persone e territori infondono emozioni forti, coinvolgenti per la loro unicità. Di recente ho partecipato alla masterclass Discovery Grillo, tenutasi a Marsala e organizzata dal Consorzio Vini Doc Sicilia, volta a fare conoscere le diverse espressioni dei vini da grillo in purezza nei vari areali di produzione. La masterclass è stata guidata da Antonio Rallo, presidente del consorzio, e dall’enologa Lorenza Scianna. Il fattore umano, in questa occasione, ha fatto molto la differenza, entrambi i relatori hanno saputo trasmettere fortemente questo valore tra le loro parole, nel descrivere i progetti, il territorio e le tante persone che ne sono attori essenziali.

Quindi non solo numeri e dati scientifici, anche se hanno il loro gran peso.

Il vigneto Sicilia è il più grande d’Italia con i suoi 98.000 ettari, in Europa è pari alla Germania e nel mondo misura tre volte il vigneto della Nuova Zelanda. Inoltre, la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico. A questi dati importanti va aggiunta l’espressività territoriale sempre più marcata e comunicativa, così come il valore della bellezza dei luoghi e delle persone che interagiscono in questo scenario unico.

Veniamo alla masterclass sul Grillo,

vitigno a bacca bianca che prende origine nel territorio di Marsala dove si sviluppa notevolmente nella seconda metà dell’Ottocento per essere utilizzato in uvaggio nella produzione del Marsala che in questo periodo storico vive uno sviluppo di notevole importanza, grazie ad un export da capogiro.

Sulle origini del grillo si discute ancora, ma va sempre più affermandosi l’opinione che sia un’uva nata in Sicilia, che fosse da tempo nella testa del barone Antonio Mendola, nei suoi manoscritti si sono ritrovate le tracce, il suo atto di nascita, l’incrocio tra il Catarratto e lo Zibibbo. Era questa l’epoca di Darwin e di Gregor Mendel, scienziati che praticavano attivamente tale tipologia di studi e tecniche. In effetti Mendola ha studiato la nascita di un vitigno che potesse esprimersi al meglio nell’areale di Marsala, caldo e siccitoso, sul mare, e che fosse vigoroso in agricoltura, generoso nei grappoli, ma anche che portasse aromaticità e struttura al Marsala. Il grillo ha una vigoria elevata, tanto che dopo l’era disastrosa della fillossera è stato il vitigno più impiantato in tutta la Sicilia. Nel 2021 se ne sono prodotte 21.126.895 bottiglie, con un incremento del 26% rispetto all’anno precedente.

La regione è piuttosto eterogenea nelle caratteristiche pedoclimatiche, a fare la differenza nei vini sono fondamentalmente le escursioni termiche.

Lorenza Scianna ha raccontato sei territori di produzione e le rispettive caratteristiche dei vini da grillo in purezza.

1- la provincia di Palermo,

dove le altitudini della vigna che ha generato il vino in degustazione (rigorosamente alla cieca) vanno dai 400 ai 600 metri di altitudine su suolo prevalentemente calcareo. Ha profumi intensi e ampi nei sentori che aprono con toni marcati di frutto della passione, di agrume, elegante nei toni dell’acetosella e tuberosa, il sorso è ricco, sostenuto da una freschezza decisa, quasi ruvida.

2- il territorio di Caltanisetta,

altitudine tra i 500 e i 600 metri, suolo argilloso calcareo, con picchi alti di temperature, ma con importanti escursioni termiche giorno notte intorno ai 20°. Il vino si è distinto per la sua finezza, elegante già nei profumi che vanno inseguiti e attesi. Delicato nei toni floreali della zagara e di erbette mediterranee come il finocchietto e la mentuccia, il frutto è carnoso di albicocca e agrume un po’ dolce nelle nuance del pompelmo. Ritroviamo anche nel sorso un andamento elegante e una freschezza precisa, non graffia, ma accompagna e dona succosità al vino.

3- Ragusa, precisamente la zona orientale,

con terreni assolati, per lo più sabbiosi e altitudine tra i 50 e i 200 metri. Ritroviamo profumi caldi di pesca gialla, fiore di camomilla, fieno dorato, delicata e elegante la nota di noce moscata. Molto piacevole all’assaggio che avvolge e scorre veloce sull’acidità spinta.

4- Siracusa, vigna esposta ad est in un territorio assolato e siccitoso,

ad una altitudine di 130 metri, la vicinanza al mare concede un’ escursione termica rigenerante – terreno a medio impasto di argilla con prevalenza di calcare su tavolato di carbonatico. Molto diverso dai precedenti vini degustati, e piacevolissimo per la sua personalità spiccata, fine nei sentori di zucchero filato, mentuccia, pera, erbette della macchia mediterranea e sasso di mare bagnato. Conferma la sua piacevolezza distinta nel sorso profondo e avvolgente, salino e di bella freschezza.

5- Agrigento dove prevale la marna bianca caratteristica di questo territorio,

e la sabbia, altitudine tra i 600 e i 700 metri. Elegante e con una personalità distinta sia al naso che all’assaggio. Nei profumi ricorda il muschio bianco, il cedro, fiorellini bianchi di campo e le piccole pere selvatiche. Leggiadro e sottile il sorso, piacevolissimo e lungo, dinamico, ora setoso, ora di piena freschezza.

6- Trapani è il territorio più frequentato dall’uva grillo,

i terreni sono a medio impasto con presenza di marna e argilla, bene idratato, caratteristica che allunga la maturazione dell’uva, altitudine tra i 150 e i 400 metri. Naso intenso e dai caratteri vegetali, con toni di asparago, pisello verde, delicato l’alloro, agrume di cedro e lime, il sorso si fa notare per le note saline e la freschezza verticale.

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