Non si butta niente - molto più che un testo di cucina, di Fabio Tammaro che è molto più che uno chef.

Francesca Brunzogio 16 mar 2023

“La cucina è tra le cose più umane che potete trovare nella vita, piena di contraddizioni: istintiva, ragionata, peccatrice, imperfetta, equilibrata, studiata, improvvisata, sincera, attenta.”Sono parole di Fabio Tammaro dal suo primo libro “Non si butta niente - Storie di cucine e di mare”, Momo Edizioni, un libro "antico e contemporaneo per un viaggio consapevole e 'mistico' nella cucina povera di mare".

Fabio Tammaro è uno chef ma prima di tutto è un uomo di mare,

lui che è nato in una città che il mare ce l’ha anche nel nome (“Castellammare di Stabia”); lui che il mare se lo porta dentro, nei movimenti ondulatori dei continui pensieri che oscillano tra i ricordi e gli insegnamenti, passando per tutto ciò in cui ha imparato a credere.

Non si butta niente non è solo un testo di cucina,

è anche un racconto di vita; non è solo un titolo che rispecchia l’impegno di Fabio Tammaro in sostenibilità ambientale e zero waste. È anche un invito a cogliere ogni dettaglio, anche quelli invisibili, rendendolo proprio e facendolo tuffare nel nostro essere; un inno a sentirsi liberi, a lasciarsi andare senza mai trattenere o trattenersi.

"Il gabbiano se ne frega" di Alberto Tammaro

Si parte da un luogo e si creano migliaia di intrecci grazie ai rapporti, alle persone, agli ingredienti, ai colori ed agli elementi fino a dar vita a ciò che siamo.

Una pandemia ci ha stoppati, ci ha costretti a rivedere noi stessi dall’interno ed a conoscerci come non facevano da troppo proprio perché ci ha obbligati a darci tempo; un tempo che non va sprecato e Fabio l’ha colto in pieno, ne ha fatto tesoro e ha trovato il modo per attraversare la tempesta perché “un marinaio non prega per il vento buono. Impara a navigare.”

Attraverso aneddoti carichi di emozione e di verità, leggere questo libro porta a ripercorrere sensazioni, desideri, sapori, profumi e legami che pur scorrendo senza un ordine cronologico è proprio ciò a renderli ancor più vivi e intensi: chi di voi si tuffa nei ricordi dandogli un ordine?

Quello che fa sfociare un pensiero in una sensazione è proprio l’immediatezza, l’irruenza. E Fabio è bravissimo in questo.

Forse perché è proprio lui ad essere così: una persona attiva, energica, briosa, uno chef dinamico, impegnato, un cuciniere vagabondo ma con radici e consapevolezze ben salde.

E così, tra varie piccole ma fondamentali vicende si nascondono (manco tanto!) consigli, suggerimenti, ricette per sperimentare la cucina povera di pesce.

Fabio Tammaro si sveste di ogni divisa, insomma, e rende viva l’immagine del cuoco che proprio come la cucina odierna “non può più essere solo di pancia e lingua ma, grazie a dio, anche di cervello”.

Oltretutto proprio come quando cucina e quindi “senza armature e senza protezioni”, racconta delle scelte, del rapporto con suo padre, della voglia di evadere da un territorio (che non lo lasciava forse libero di esprimersi ma che gli ha dato tutti i mezzi per capire a cosa puntare), di quanto sia necessario il dualismo sala-cucina perché "un ristorante è una creatura a due teste ed un solo corpo che può muoversi coerentemente solo se entrambe le teste mirano alla stessa direzione”.

Non si butta niente è un testo che insegna e dovrebbe essere consigliato in tutte le scuole,

dall’alberghiero - così da tornare a riprendere i valori ed il rispetto di queste professioni, fino a licei ed istituti di tutti gli altri generi, affinché si possa diffondere l’idea che crescita e coerenza vogliono dire anche saper cambiare idea e punto di vista. In modo leggero ma mai superficiale, con impatto e pur sempre con eleganza spiega quanto sia fondamentale trovare la propria identità ma sempre senza cadere nella trappola dei personalismi perché “l’ego, in realtà, è un pessimo cuciniere”.

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