"Cassa Integrazione" un miraggio non solo italiano. Nel mondo c'è chi sta messo peggio di noi
Assistenzialismo nella ristorazione. Il miraggio della cassa integrazione? Nel mondo c'è chi sta peggio
Sono le 10:10 del 28 maggio 2020.
Ad oggi nessuna traccia della “cassa integrazione” per i dipendenti della ristorazione, me compreso.
Si vocifera però che qualcuno sia stato già colpito dalle frecce dell’INPS, anche se per molti altri ancora il niente di niente.
Ci siamo ritrovati nel buio totale in pochissimi giorni senza vederne la luce se non aspettando gli esiti di volta in volta. Le spese non hanno mai smesso di “lavorare” a differenza delle entrate, che sono andate proprio in letargo. Eppure se speriamo che tutto il comparto riparta al più presto possibile c'è bisogno proprio di aiutare chi non ha potuto guadagnarsi da vivere a causa della pandemia. Gli stessi operatori della ristorazione sono quelli che in settimana affollano i ristoranti. E quindi mi sono chiesto : ma sarà una cosa tutta “italiana” o è diffusa anche negli altri paesi ?
Ho intervistato amici e chef in giro per il mondo che lavorano nella ristorazione, ed ho capito che non siamo soli in classifica, c’è chi sta addirittura peggio di noi.
Jeremy Zagarra
Ciao Jeremy ! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati :
Sono Jeremy Zagarra, padre peruviano e mamma napoletana DOC. Dopo il diploma all’istituto alberghiero e varie esperienze in città a 22 anni sono arrivato in Francia, dove attualmente vivo. Dopo due anni come chef de partie presso l’Atelier di Joel Robuchon, a Parigi, ho intrapreso un nuovo percorso a gennaio di quest’anno, classica cucina francese, tutto fait maison, “Brasserie Rosie”.
Siete in lockdown adesso ?
Adesso si, ci siamo fermati il 14 marzo. E’ arrivato il titolare ed ha annunciato : Mi raccomando, fate questo ultimo servizio in modo impeccabile, perché da domani si chiude tutto, Macron annuncia che la Francia è in guerra sanitaria contro il COVID19 !
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato ?
Il datore di lavoro ha anticipato gli stipendi, successivamente è stato rimborsato dallo Stato l’8 aprile. Adesso siamo in chomage partiel, una sorta di cassa integrazione e aspettiamo che parli il primo ministro per il ritorno al lavoro fissato per il 15 giugno.
Luca Donninelli
Ciao Luca ! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati :
Sono Luca Donninelli, classe 89, nato a Jesi e trapiantato a Copenaghen da 6 anni. Qui ho trovato la bellissima realtà della “Relae Community” ed in particolare il ristorante Relae, dal quale non sono più uscito e dove ricopro attualmente il ruolo di Restaurant Manager.
Siete in lockdown adesso?
La situazione COVID 19, qui è stata veramente poca cosa rispetto a qualche altro paese come l’Italia, la Cina, gli USA. Abbiamo giocato anche di anticipo con le misure restrittive e i ristoranti sono stati sempre aperti in funzione di take away e solo il 18 maggio è stato dato il via libera alla riapertura.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato ?
Lo Stato qui ha avuto la possibilità di erogare fin da subito i sostentamenti economici per le attività e per i dipendenti, permettendo loro di star sereni e pensare come ripartire più forti di prima una volta sconfitto il virus. Oggi tocca a noi, e siamo più carichi che mai !
Rogerio Miranda
Ciao Rogerio ! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati:
Mi chiamo Rogerio Miranda, sono portoghese e lavoro al ristorante “A Tafona by Lucia Freitas” a Santiago de Compostela. Dopo varie esperienze in Spagna e Italia, volevo ritornare a casa, ma ho avuto la proposta di conoscere la Galizia, e non ho rifiutato !
Siete in lockdown adesso?
Il ristorante ha chiuso le porte il 13 marzo, per la pandemia. Al momento si parla di riapertura per gli inizi di giugno, anche se noi riapriremo a luglio, mentre un altro format, fratello minore di A Tafona (Lume ndr) riaprirà il 10 giugno. Ad ogni modo non ci siamo fermati, dando vita ad un delivery con gelati e piatti artigianali, un piccolo successo, in questo periodo di crisi.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato?
Dopo la chiusura del ristorante, siamo stati messi tutti in “lay-off”, praticamente sospesi e lo Stato ha proposto di aiutarci per il 70% dello stipendio, ma ad oggi ancora non si è visto nulla !
Nicola Mondelli
Ciao Nicola! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati:
Nicola Mondelli, 28 anni e vivo a Jakarta da quasi 6 anni in Indonesia. Dopo aver avuto un ristorante per due anni (Lume ndr), a gennaio 2020 l’ho ceduto. Ho dato vita nel frattempo al “Nicola’s Kitchen”, cibo pronto da consegnare a casa, e sta andando alla grande !
Siete in lockdown adesso?
I ristoranti li hanno chiusi due mesi fa, e dovremmo ripartire il 6 giugno, anche se doveva essere per il 25 maggio. Non hanno riaperto solo perché qui c’è una festività imminente simile al Natale in Italia, la fine del Ramadan.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato?
Da parte del governo, nessun tipo di supporto, i fitti sono rimasti uguali, hanno posticipato le tasse di un mese, e solo per la classe più povera del paese hanno dato elettricità gratis e beni di prima necessità come riso e olio. I dipendenti licenziati, hanno ricevuto una sola mensilità di 300 mila rupie, circa 20 €. Per quelli sospesi invece, dovrà arrivare la “13esima mensilità” da parte delle compagnie che qui viene erogata a fine Ramadan.
Giuseppe Loiacono
Ciao Giuseppe! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati:
Giuseppe Loiacono, 30 anni, napoletano e da 4 anni a Barcellona, cuoco per il ristorante “Bella Italia”.
Siete in lockdown adesso?
Il lockdown è iniziato a metà marzo, con tutto il settore del turismo chiuso, attualmente siamo in Fase2 e il settore della ristorazione ha riaperto con servizio takeaway e per i locali con terrazza con servizio al tavolo rispettando le norme di igiene e sicurezza. Ad oggi ancora non abbiamo una data certa per la riapertura.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato?
Tutto il personale della ristorazione è stato messo in “cassa integrazione” con l’80% dello stipendio, il problema più grande è che i pagamenti sono iniziati la settimana scorsa, e non del tutto completi percependo 1/3 della somma prevista. Bollette, affitti e finanziamenti in corso non sono stati ne sospesi ne ribassati.
Mario Loina
Ciao Mario! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati:
Sono Mario Loina, napoletano, trapiantato in Olanda da un po' di anni. Sono attualmente l’Executive Chef dell’Hyatt Regency Hotel ad Amsterdam.
Siete in lockdown adesso?
Il 15 marzo il governo ha chiuso i ristoranti e i luoghi di aggregazione. I ristoranti riapriranno il 1 giugno, solo su prenotazione, terrazze senza limiti di posti ma con un metro e mezzo di distanza tra i tavoli, servizio e cucina con mascherine, obbligo di sanificazione ogni 30 minuti per le mani e ogni ora per le superfici. Nel ristorante massimo 30 persone per volta, forse dagli inizi di luglio sarà esteso a 100.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato?
Lo Stato da subito ha aiutato le aziende, dando 4000 € ai liberi professionisti, più una disoccupazione di circa 1000 € al mese, ed ha pagato fino al 90 % lo stipendio dei dipendenti. Questi soldi sono arrivati mensilmente da aprile, il datore di lavoro pagava e lo Stato rimborsava.
Alfredo Machado Diaz
Ciao Alfredo! Chi sei, dove lavori, dove vivi, insomma presentati:
Sono Alfredo Machado Diaz, uruguaiano, ma vivo in Spagna dal 2006. Nel 2014 approdo alla “Patisserie Barcelona” con Josep Maria Rodriguez e nel 2015 entro a far parte dell’ “El Barri Group” by Albert Adrià. Al momento sono a capo dell’I+D team di pasticceria del gruppo. Ho partecipato a vari progetti come Heart a Ibiza, Cakes and Bubbles a Londra e all’inizio dell’anno ho vinto il premio come “Rivelazione Pastry Chef” al Madrid Fusion.
Siete in lockdown adesso?
Abbiamo chiuso i ristoranti del gruppo il 13 marzo. Siamo ancora chiusi al momento e stiamo cercando di riaprire per metà giugno, ma non è ancora sicuro perché le leggi spagnole sono molto rigide per il comparto ristorativo.
Avete avuto qualche forma di aiuto in questi mesi, da parte dello Stato?
Lo Stato che ci ha costretti a chiudere, ha permesso anche alle compagnie di stoppare i contratti di lavoro senza pagare stipendi o altri tipi di contributo. Al momento i lavoratori stanno percependo una parte dello stipendio dallo Stato, non è molto, ma meglio di niente !