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Caserta, Allevatori di bufale in rivolta: una petizione contro il massacro di animali. Emergenza sanitaria per brucellosi e TBC.

Allevatori di bufale casertani e la petizione contro un inutile massacro

Caserta, Allevatori di bufale in rivolta: una petizione contro il massacro di animali. Emergenza sanitaria per brucellosi e TBC.

"Il comparto bufalino è al fondamento di una delle più preziose risorse dell’Agroalimentare del Paese: la Mozzarella di Bufala Campana. Il secondo prodotto più conosciuto del Made in Italy, risorsa unica e irripetibile del Patrimonio Nazionale Italiano che può vantare di avere (unico al mondo) il quarto formaggio oltre quello ovino, caprino e bovino. Circostanza che, da sola, motiverebbe attenzione, investimenti e strategie politico/istituzionali straordinarie."

Inizia così la lettera volta all'attenzione del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al Ministro della Salute Roberto Speranza ed al Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli che il Coordinamento Unitario di Difesa del Patrimonio Bufalino ha presentato come testo di una petizione che metta definitivamente fine ad una situazione davvero gestita male. Del caso si è occupata anche Report, la trasmissione di inchiesta di Rai3, che ha provato a mettere qualche tassello in più su numeri, conti e insostenibilità della situazione.

Una situazione di cui anche questa testata non ha fatto a meno di affrontare e di chiarire in qualche modo grazie al dottor Antonio Lucisano ex direttore del Consorzio Mozzarella di Bufala DOP. "

La madre di tutti i problemi sembra insomma la mancanza di trasparenza, che sarebbe invece la prima condizione per placare gli animi e creare un clima di reale collaborazione fra istituzioni e imprese zootecniche, anche al fine di evitare che altri danni, e ancora maggiori, si facciano all’immagine commerciale della Mozzarella di Bufala Campana, prima DOP del Mezzogiorno."

Così ci eravamo lasciati con un articolo di Antonio Lucisano, a gennaio, che spiegava i motivi della emergenza sanitaria che aveva portato gli allevatori casertani ad uno sciopero della fame al fine di essere semplicemente ascoltati. Da tempo ad affliggere gli allevamenti bufalini di alcuni territori della Provincia di Caserta ci sono la brucellosi e la TBC, due malattie classificate vere e proprie zoonosi. La strada più semplice e sbrigativa ma anche molto più traumatica consiste nell’abbattimento degli animali infetti. È questa la soluzione adottata dalla Regione Campania per eradicare i focolai presenti da tempo negli allevamenti bufalini di alcune aree del Casertano.

Caserta, Allevatori di bufale in rivolta: una petizione contro il massacro di animali. Emergenza sanitaria per brucellosi e TBC.

Questa scelta sta scatenando forti reazioni fra gli allevatori, ai quali sono riconosciuti indennizzi per l’abbattimento che si rivelano però inadeguati a consentire il ripristino in tempi brevi delle mandrie perdute e dei rapporti commerciali con le aziende di trasformazione clienti. Da alcuni mesi nel territorio casertano i giovani allevatori di terza e quarta generazione, legati alla lunga tradizione allevatoriale familiare ma, anche, dotati di strumenti formativi e culturali avanzati e motivati dall’impegno anti camorra per la giustizia e la democrazia chiedono di cambiare strategia: adottando la prevenzione e il pieno coinvolgimento attivo e responsabile degli allevatori e ripartendo e ponendo al centro lo strumento della vaccinazione degli animali come asse per investire nel futuro e attorno cui fondare le strategie di tutela e conversione ambientale.

Caserta, Allevatori di bufale in rivolta: una petizione contro il massacro di animali. Emergenza sanitaria per brucellosi e TBC.

Dario Di Tella, giovane casertano attualmente alla guida dellas azienda di famiglia - una famiglia storica di allevatori - ha detto a Report: "Io ho 15 giorni di tempo per mandare altre 45 bufale al macello. Sta andando così, mi sto vedendo pian piano la stalla venire meno. E cosa triste è che delle 29 bufale che sono già state macellate mi sono arrivati i post mortem: tutti negativi! Tu giovane che hai cercato di portare avanti questa attività, ti vedi finire tutto nelle tue mani. Siamo entrati in un tunnel da cui è difficile uscire perché intanto si accumulano ritardi ed errori che facilitano solo la diffusione."

E ancora Dario ci dice: "Dal 2007 al 2013 è stata portata avanti una campagna vaccinale contro la brucellosi che aveva portato le percentuali ad esser prossime allo zero, Nel 2014 la Regione Campania ha abolito le vaccinazioni facendo sì, ad oggi, che a curva risalisse fino al 18% di casi infetti. Il Coordinamento contesta l'abbattimento indiscriminato sulla base di test poco attendibili e crede fermamente nella vaccinazione come una soluzione idonea a risolvere il problema della brucellosi."

Nella petizione si legge: "I risultati del fallimento di questa strategia sono nei numeri ufficiali: centinaia di migliaia di animali macellati inutilmente (solo l’1,4% è risultato realmente positivo alle campionature eseguite post-mortem) mentre aumentano esponenzialmente i focolai di brucella e tbc. Negli ultimi dieci anni hanno chiuso nell’area trecento aziende allevatrici, mentre molte hanno delocalizzato e tante altre sono ferme sopportando costi incredibili senza avere più animali in stalla e reddito per le proprie famiglie. Migliaia di posti di lavoro persi e un Patrimonio genetico irripetibile a rischio di azzeramento."

Lucisano continua:

"Il principale motivo di rivolta sta nella sproporzione fra il numero dei capi abbattuti e quello degli animali in cui, dopo macellazione, viene confermato il sospetto d’infezione. Come se non bastasse, dalla Regione non arrivano neppure informazioni sul destino dei fondi stanziati per indennizzare gli allevatori. Secondo questi ultimi, la quota per singolo capo si aggirerebbe fra i 7-8.000 €, di cui solo il 20% arriverebbe agli allevatori. E il resto? "

PER FIRMARE LA PETIZIONE QUI!

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Foto copertina: Ansa.it

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