I vini per Natale di Alessandro Marra, collaboratore Slow Wine
VINI NATALE ALESSANDRO MARRA SLOW WINE
Alessandro Marra è un ricercatore instancabile di vini da piccoli vignaioli, autentici e attenti all’ambiente. Responsabile per la Campania e la Basilicata della guida Slow Wine dal 2011. NEL 2009 ha fondato il blog STRALCIDIVITE.IT
Ci accomuna la grande passione per il Greco di Tufo, del quale è un profondo conoscitore.
La sua quindi è una scelta di ricerca che ci incuriosisce particolarmente.
Ecco i vini di Alessandro Marra per il Natale.
Pronti per le feste? Vi auguro di stappare bene e con le persone che amate: non c’è davvero migliore abbinamento. Provo a semplificare e a dirvi quello che secondo me proprio non può mancare sulle tavole a Natale.
Uno Champagne è d’obbligo. Che vogliate usarlo a tutto pasto, solo per l’aperitivo, oppure per il brindisi di mezzanotte a Capodanno: fate che non manchi! A me piace tantissimo lo Champagne Blanc de Noirs Brut di Fleury, emblematica azienda della Côte des Bar che lavora in regime di agricoltura biologica e biodinamica. Una cuvée di solo pinot nero che è un passepartout e colpisce per finezza, carattere, allungo e persistenza finale: la dimostrazione pratica che non serve spendere un occhio della testa per bere un ottimo Champagne.
Il bianco della Vigilia è uno, il Greco di Tufo. Per tradizione familiare – mio papà è nativo di uno degli 8 comuni della zona di produzione – ne stappo più d’uno al cenone del 24. Non c’è occasione migliore per capire perché il Greco di Tufo sia (giustamente) detto “il più rosso tra i bianchi”: trovatemelo voi un bianco che regga in scioltezza insalata di rinforzo, baccalà e anguilla in tutte le salse (nella provincia di Benevento, dove vivo, si mangia l’anguilla, e non il capitone). Dal Comune che dà il nome alla denominazione arriva il Greco di Tufo Miniere 2017 di Cantine dell’Angelo: l’annata “calda” fa bene al greco, a patto di lavorare in modo da evitare le scottature per gli acini, il che comprometterebbe irrimediabilmente il patrimonio aromatico della varietà. Da una parte struttura, ricchezza, materia, dall’altra mineralità e spinta acido-sapida: il risultato è una beva allungata e di ottimo grip. Da Santa Paolina arriva, invece, il Greco di Tufo 2020 di Bambinuto, che è agrumato, ha sorso esplosivo, verticale e saporito, di corroborante freschezza.
Due grandi rossi possono sempre servire per il pranzo del 25. Un nome nuovo (almeno per me) dalla Toscana è quello di Ilaria Martini (San Guglielmo), che sulle orme del nonno Guglielmo, tra i soci fondatori del Consorzio, ha fatto il suo debutto con il Brunello di Montalcino 2018. Che dire, un rosso incantevole per finezza floreale e intensità di sapore, ha succo e slancio.
Dalla Calabria ionica arriva, invece, il Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Più Vite 2013 di Sergio Arcuri, che è inconfondibilmente mediterraneo, regale note ematiche e ferrose, ha tannino potente, ma ben diluito da una sapidità marina. Palpitante.
Un vino dolce per il panettone? Resterei in Campania con il Moscato di Baselice Resolje di Masseria Parisi, uno spumante aromatico che si lascia apprezzare per la delicatezza del tocco e per la gradevole salinità che arriva dietro alla dolcezza ed è figlia di un territorio particolarissimo qual è il montuoso Fortore beneventano, a 650 metri di quota e a due passi dalla Puglia.
Buon Natale!
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